La tarantella è un ballo tradizionale diffuso in particolar modo nell’Italia meridionale tra il XVII ed il XIX secolo, quando si diffuse in partciolar modo nel Napoletano, sino a Sorrento.
Il ballo nasce sulla base di una leggenda popolare secondo cui le persone morse da una tarantola – da qui il nome di Tarantella – venissero colpite da crisi isteriche e convulsioni, avendo come unico modo per guarire quello di iniziare un ballo sfrenato, sino allo sfinimento, in modo che anche la taranta morisse sfinita.
Se nel XVII secolo, però, la tarantella era per lo più diffusa in Puglia, nel XIX diventò uno dei balli tradizionali dell’intero Regno delle Due Sicilie, diventando una sorta di ballo ufficiale, in grado di soppiantare i precedenti. Al ballo si univa spesso anche il canto, soprattutto quando approdò a Napoli, spesso con nascosti riferimenti alle rivolte di Napoli.
La tarantella attecchì a Napoli, ma non solo. Infatti rapidamente prese possesso dell’entroterra, come il Sannio, ma anche delle zone costiere, come Sorrento. E proprio a Sorrento si diffuse una forma particolare di tarantella, con alcuni cambiamenti sotto il punto di vista musicale, con l’inserimento di un tempo di “gavotta”, ma soprattutto sotto quello della danza, molto più regale ed elegante, rispetto alle controparti.
Se nelle tarantelle pugliesi o napoletane spesso si cadeva nella volgarità ed in riferimenti erotico-sessuali, in quella Sorrentina è molto più presente il nobile sentimento dell’amore. Tale influenza pare derivi addirittura dall’insediamento dei francesi, che avrebbero nobilitato ulteriormente il ballo. Si mantiene, però, l’uso degli strumenti tradizionali della tarantella, strumenti come il putipù, lo scetavajasse, le castagnette ed i tamburelli su tutti.
Non si deve, però, fare l’errore di credere che le tarantelle di Sorrento siano incentrate solo sull’amore, infatti vengono rappresentati anche i sentimenti diametralmente opposti, come la gelosia e la rabbia, ma anche il corteggiamento ed il perdono.
Alla tarantella hanno fatto riferimento molti ed illustri artisti, in passato. Goethe, innamorato del Sud Italia, descrive il ballo nelle “Lettere da Napoli”, ma anche dai fratelli De Goncourt e Flaubert.
Tutt’oggi la tarantella sopravvive nel Sud Italia, in particolar modo in Campania. Numerosi sono gli spettacoli offerti da ragazzi improvvisati o da compagnie di ballo professionali, che nei locali e nelle feste di paese sono in grado di ricreare il clima e la suggestione del ballo settecentesco. E perché no, magari grazie all’aiuto di una guida turistica a Sorrento, si potrà riuscire a rivivere la bellezza di un ballo così immortale e senza tempo.