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Non esiste niente di meglio che andare in cerca delle storie insolite che riguardano una città, le leggende e i suoi racconti popolari. Se state trascorrendo le vostre vacanze in  Toscana e vi trovate a Firenze, sappiate che “Lo struscio fiorentino” di Franco Ciarleglio è un libro che raccoglie una serie di curiosità, leggende, aneddoti e credenze popolari sulla Firenze del Medioevo e del Rinascimento. La guida è stata pubblicata nel 2003 e al suo interno sono raccolte ben 56 storie, le cui testimonianze sono verificabili semplicemente passeggiando… Nel caso non riusciste a procurarvene una copia, qui di seguito trovate alcuni contenuti interessanti.

Il Diavolo del Giambologna
Nella seconda metà del Cinquecento il Giambologna fu incaricato di rimodernare il Palazzo Vecchietti e proprio sull’angolo con Via degli Strozzi, detto anche “Canto del Diavolo”, si nota un suo Diavolino, le cui forme possono essere ricondotte a quelle delle Sfingi antiche.

Il volto scolpito nella pietra del Palazzo della Signoria
Su una delle pietre della facciata di Palazzo Vecchio è scolpito un volto d’uomo attribuito a Michelangelo. Si narra che l’artista lo abbia inciso addiritura di spalle, durante l’esecuzione di Savonarola e, fatto non di meno stupefacente, sembra che non sia stato danneggiato neanche dalla spaventosa alluvione del Novembre del ’66.

Il toro di Santa Maria del Fiore
Sulla parete laterale di Santa Maria del Fiore, in cima a una colonna portante, si scorge la testa di un toro che si affaccia dal cornicione. Si racconta che sia stata posta in quella posizione da un mastro carpentiere durante la costruzione del Duomo, in ricordo di un tradimento. L’uomo era l’amante della moglie di un fornaio, che aveva la propria bottega vicino alla cattedrale, il quale una volta venuto a conoscenza dell’adulterio, si recò a denunciare la moglie davanti al Tribunale Ecclesiastico e i due amanti furono obbligati a interrompere la loro relazione. Il mastro carpentiere si vendicò posizionando la testa di un toro “cornuto” precisamente di fronte alla casa del fornaio.

La finestra della Santissima Annunziata
L’attuale Palazzo Budini-Gattai è il protagonista di una storia davvero triste e al contempo inquietante.
Si racconta infatti che una fanciulla, sposa felice di un membro della famiglia dei Grifoni, si trasferì in questo palazzo per vivere insieme al marito. Un giorno il giovane fu richiamato alla guerra e la ragazza lo salutò dall’alto dell’ultima finestra del secondo piano del palazzo. La giovane sposa si mise allora a cucire e a ricamare accanto alla finestra, ogni tanto contemplava la piazza in attesa del suo innamorato; i giorni trascorsero tuttavia e del marito non si ebbero più notizie, la donna lo attese per anni senza mai rassegnarsi e ormai vecchia, un giorno si spense proprio accanto a quella finestra. Quando portarono fuori il corpo e chiusero la finestra, all’interno della stanza si scatenò la fine del mondo: i libri cominciarono a volare, i mobili a vacillare, le luci si spensero, quadri e soprammobili caddero a terra… Nel momento in cui la finestra fu riaperta però, la pace e il silenzio tornarono, per questo motivo nessuno ha mai più richiuso quella finestra, che in effetti è rimasta sempre così… Provvista di uno spiraglio sempre aperto

Il Diavolino del Giambologna
Il Diavolino del Giambologna

sulla Piazza della Santissima Annunziata.

Caterina Pomini

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