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Sapevate che a Luni si trovano le rovine di un anfiteatro romano che era in grado di contenere fino a 7000 persone? Tornando verso le Alpi Apuane invece, nella frazione di Miseglia, si può visitare Fantiscritti, una delle più belle cave in galleria del mondo. Non vi sentite ancora stanchi e avete voglia di continuare questa piccola escursione? In questo caso vi consigliamo di raggiungere Colonnata, che quasi certamente conoscerete se siete amanti dei piatti tipici toscani, ma che al di là di questo gustoso particolare presenta anche origini molto antiche: si pensi che fu fondata nel 40 a.C. per alloggiarvi gli schiavi destinati all’estrazione del marmor lunensis.

Anfiteatro di Luni
Anfiteatro di Luni

Ma facciamo un salto indietro e torniamo in Liguria: Luni nacque nel 177 a.C. come avamposto militare delle legioni romane durante la campagna contro i Liguri, secondo Plinio il Vecchio furono deportati nel Sannio più di 40.000 Liguri Apuani e successivamente vi furono insediati 2.000 coloni romani, al fine di far bonificare le paludi e creare una nuova colonia agraria. La città divenne un importante nodo stradale ma soprattutto il principale porto d’imbarco per il marmo delle Apuane; tra il I e il II secolo a.C. fu oggetto di importanti ristrutturazioni ed è proprio a quest’epoca che risale il grande anfiteatro, i cui resti si possono ammirare in località Luni Scavi.

Ma spostiamoci nel borgo di Miseglia, dove potrete visitare la Cava di Fantiscritti: questa cava deve il proprio nome al ritrovamento di un reperto di epoca romana consistente in un bassorilievo scolpito nella roccia – 3 piccole figure (fanti) contornate da scritte in latino (scritti) tra le quali spiccano le firme di Antonio Canova e del Giambologna – interessati o meno all’attività estrattiva, Fantiscritti è così spettacolare da essersi guadagnata il titolo di Cattedrale di Marmo, di conseguenza se state trascorrendo le vostre vacanze in Toscana la visita è stra-consigliata.

Colonnata si trova infine all’interno del comprensorio delle cave e precisamente in una zona che porta il nome di Gioia-Calagio. Il bacino di Gioia è una delle maggiori cave di tutto il territorio carrarese e produce attualmente almeno 4 varietà di marmo: il bianco venato, l’arabescato, il bianco brouille ed il bardiglio. Il paese ha mantenuto in parte le proprie caratteristiche storiche originali ed è contraddistinto da strade molto strette e ripide che, passando sotto una moltitudine di archi, si inerpicano fino alla Chiesa di San Bartolomeo (XV secolo); una volta raggiunto il punto più alto del borgo, avrete bruciato abbastanza calorie per potervi permettere una cena a base di lardo, l’antico companatico dei cavatori, che a Colonnata viene ancora preparato secondo l’antica ricetta del 1000.

Caterina Pomini

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